Vi cantu

Vi cantu

mercoledì 3 dicembre 2014

Dolce Maria


   C’è posto per due
nella casa della dolce Maria.
   Canzone del 1980 di Ciccio e Sarino
che oggi, 4 dicembre 2014,
mi ricapita, di buon grado, condividere.
   Ritorno volentieri a quella infinita
e solenne giornata di 10 anni fa:
le fedi nuziali che si scambiano
(per la promessa)
e cannoli, syrah e tanta
“Terra mia”        
mentre il traffico di un sabato
australiano ci corteggia
nel piazzale di una fiabesca, 
vetusta stazione.

La luce di mia levità ti accarezza
le mani della mia ansia ti toccano
e la gioia di lontana giovinezza
ti richiede in uno sguardo insistente

l’avventura comincia da dove
le mani e lo sguardo ti han cinto
il mio corpo ch’é un groviglio di rovi
per i tuoi occhi in incendi si consuma

e te insieme incendia e prende
scovando la tua piccola anima
e tutto il resto che in te si nasconde
e grida, che di dentro in te canta.

        (La luce di mia levità ti accarezza
             Poesia di Francesco Micale tratta da 
“Nella danza del figlio di ieri” Raccolta 1974-1992)


Clicca sul link seguente per ascoltare la canzone:


                                            
Dolce Maria
(re- la7 re-)


Alla tua cieca finestra                              (re- la )
mi siederò nella sera                               (la7 re-)
ad ascoltare le rose                                  (re- la )
che pendono dai vasi.                              (la7 re-)
     So che dentro tu stai chiusa              (re- la )
     a nutrire il tuo orgoglio                       (la7 re-)
     ma la notte sta calando                      (re- la )
    e sarà fredda quanto mai.                  (la7 re- RE)


Aprimi dolce Maria        (re mi-)
che nella tua casa        (la re)
c’è posto per due           (re mi-)
                          è grande la tua casa       (la re)
come il mondo assetato  (re mi-)
di sangue celerino          (la re)
che per le strade ingiallite(re mi-)
scorre oscenamente.       (la re)
Aprimi, aprimi amore mio
aprimi ancora amore mio.
Aprimi dolce … scorre oscenamente.           (ripete 1° rit.)
E non aver paura
che io non ruberò
la linea del tuo sorriso
io non la ruberò
     fammi entrare ti prego
     perché le ombre della stanza
     non ci sveglino
     in due saranno solo calce annerita
     sistemando i cuscini
     al loro posto
    riposeremo
    come due vivi
     anche se stanchi
    di essere vivi.
Aprimi, aprimi dolce Maria
Aprimi, aprimi dolce Maria
Aprimi dolce Maria
che nella tua casa
c’è posto per due
è grande la tua casa
come il mondo assetato
di sangue celerino
che per le strade ingiallite
scorre oscenamente.
Aprimi, aprimi amore mio
aprimi ancora amore mio.
Aprimi, aprimi amore mio
aprimi ancora amore mio.

                        ( Francesco Micale e Rosario Paratore)



Nessun commento:

Posta un commento