C’è posto per due
nella casa della dolce Maria.
Canzone del 1980
di Ciccio e Sarino
che oggi, 4 dicembre 2014,
mi ricapita, di buon grado, condividere.
Ritorno volentieri
a quella infinita
e solenne giornata di 10 anni fa:
le fedi nuziali che si scambiano
(per la promessa)
e cannoli, syrah e tanta
“Terra mia”
mentre il traffico di un sabato
australiano ci corteggia
nel piazzale di una fiabesca,
vetusta stazione.
La luce di mia levità ti accarezza
le mani della mia ansia ti toccano
e la gioia di lontana giovinezza
ti richiede in uno sguardo insistente
l’avventura comincia da dove
le mani e lo sguardo ti han cinto
il mio corpo ch’é un groviglio di rovi
per i tuoi occhi in incendi si consuma
e te insieme incendia e prende
scovando la tua piccola anima
e tutto il resto che in te si nasconde
e grida, che di dentro in te canta.
(La luce di mia levità ti accarezza
Poesia di Francesco Micale tratta da
“Nella danza del figlio di ieri” Raccolta 1974-1992)
“Nella danza del figlio di ieri” Raccolta 1974-1992)
Clicca sul link seguente per ascoltare la canzone:
Dolce Maria
(re- la7 re-)
Alla tua cieca finestra (re- la )
mi siederò nella sera (la7 re-)
ad ascoltare le rose (re- la )
che pendono dai vasi. (la7
re-)
So che dentro tu
stai chiusa (re-
la )
a nutrire il tuo orgoglio (la7
re-)
ma la notte sta
calando (re-
la )
e sarà fredda quanto mai. (la7
re- RE)
Aprimi dolce Maria (re
mi-)
che nella tua casa (la re)
c’è posto per due (re mi-)
è grande la tua casa (la re)
come il mondo assetato (re
mi-)
di sangue celerino (la re)
che per le strade ingiallite(re mi-)
scorre oscenamente. (la re)
Aprimi, aprimi amore mio
aprimi ancora amore mio.
Aprimi dolce … scorre
oscenamente. (ripete 1° rit.)
E non aver paura
che io non ruberò
la linea del tuo sorriso
io non la ruberò
fammi entrare ti
prego
perché le ombre
della stanza
non ci sveglino
in due saranno
solo calce annerita
sistemando i
cuscini
al loro posto
riposeremo
come due vivi
anche se stanchi
di essere vivi.
Aprimi, aprimi dolce Maria
Aprimi, aprimi dolce Maria
Aprimi dolce Maria
che nella tua casa
c’è posto per due
è grande la tua casa
come il mondo assetato
di sangue celerino
che per le strade ingiallite
scorre oscenamente.
Aprimi, aprimi amore mio
aprimi ancora amore mio.
Aprimi, aprimi amore mio
aprimi ancora amore mio.
( Francesco Micale e Rosario Paratore)
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