Vi cantu

Vi cantu

sabato 26 luglio 2014

A pumadoru


                                                      A PUMADORU
 Veramente speciali la cura e l’attesa da
PUMADURARA
che a volte nasceva anche “spontaneamente”
qua e la per le strade o vicino a qualche "casalino".
E’ una piccola pianta che annuncia l’estate
dapprima con i suoi fiorellini gialli
e in seguito, quasi improvvisamente,
con il suo “frutto” che rosseggia.
E … a prima chi si cogghi poi…
c’è di fari un quadru
o è da donare alla persona più cara.
 Canzone del 2011
alla quale ogni anno ho aggiunto qualche strofa
così da diventare una “maratona”
per quanto è lunga.
Va bene per la preparazione di
un buon ragù domenicale
che va cucinato già “ a matinata”
e a “focu lentu”.
Io preferisco dù pumadoru scattiati ntà padedda
unni giru centu grammi i spaghetti
assemi a pipi brucenti, ogghiu e bacilicò
e chi, poi, rattu pi ... quattru minuti (ne tri e ne cincu)
... e dicu quattru!
Buon appetito


Clicca sul link seguente per ascoltare la canzone:

A  PUMADORU

                                ( fischio) ( mi-  si7  mi-)
   Non vogghiu, no, scaciuni                            (mi-  si7)
non sentu chiù ragiuni                                     (si7  mi-)
puttatimi a simenza                                          (mi-  la-)
non pozzu stari senza.                                      (si7  mi-)
   Ni fazzu quattru succa
chi poi c’è cu si ‘mucca
u sacciu com’è u fattu
si ‘diccunu u piattu
        E mi tocca ‘zappari                                  (mi-  la-)
           e a sira mbivirari                                     (la-  mi-)
           ma quannu spunta u ciuri                      (mi-  si7)
           chi scialu di culuri… chi pumadoru      (si7  mi-  si7  mi-)

   Un cocciu di piseddu
u paddu d’un viteddu
‘russica e si fa ranni
pa festa i San Giuvanni
   E’ pronta p’a nsalata
o pì na spaghittata
e un pipi brucenti
sbagghi si non ciù menti
          P’a festa di romani
          frii dù mulinciani
         chi d’ora in poi non schezzi
         a vò passata o a pezzi … a pumadoru

   E o giru di Francia
cu curri dopu mancia
pasta c’a pumadoru
non c’è megghiu ristoru
   Si vidu pumadoru
diventu com’un toru
mi iettu a testa sutta
ntò piattu i pastasciutta
          E ntò chinu d’astati
          c’eni lu spacca e lassa
          tutti chi fannu a sassa
          c’a pumadoru … a pumadoru       ( kazoo e fischio)

   Inveci li tamarri
si ‘cattunu ntè serri
si ‘muccunu e poi i senti
diri chi  sannu i nenti
   E chi mastra usanza
chi lussu ntà cridenza
ti inchi l’occhi e a bucca
c’a pumadoru a scocca
          E quannu veni u ‘nvernu
          è comu pigghiari un ternu
          scopri chi eni un tesoru
          na scocca i pumadoru … di pumadoru

   Ntè bocci o ntà buttigghia
veni na meravigghia
tutti a fari pruvvista
ch’è na pinsata giusta
   A mamma lava e scoccia
a figghia inchi a boccia
u patri cu stuppagghiu
chiù “giocu” ca travagghiu
           E quannu veni u ‘nvernu
           è comu pigghiari un ternu
           scopri chi eni un tesoru
           na boccia i pumadoru … di pumadoru         ( kazoo e fischio)

   E’ pronta tuttu l’annu
pi fari a pasta o funnu
così  ogni festa onoru
cu sassa i pumadoru
   Supra a cammicia ianca
na macchia poi non manca
a ‘mucciu ca cravatta
e nticchiu pa piazzetta;
             … passiamu c’arancini
             e … cattati di focacci
             chi mani unti e a facci
             di pumadoru … di  pumadoru
Agosto 2012

domenica 20 luglio 2014

In motu

                 

                        IN MOTU

Canzone sulla falsariga del Capodanno.
Ma qui non si fanno brindisi bensì c’è un invito
a rimanere in moto o a ripartire come nel caso di Mico S. e familiari,
colpiti da un vero terremoto per la perdita di Stefano.
E’ tutto per lui “Fozza Micu metti in motu” .
C’è l’invito per tutti a RIENTRARE IN CAMPO,
come faceva Stefano nel FALCONE, e riprendere il “gioco”.
L’augurio è esteso anche alla nostra MESSINA.
 Lo spunto per la canzone è la Panda in foto che, proprio
in quel giorno sciagurato (8/10/2007), i figli regalavano a
Minicheddu u babberi per i suoi 60 anni e lui, vuoi per la sorpresa e
vuoi per  il tragico evento, non riusciva e non voleva mettere in moto.




Clicca sul link seguente per ascoltare la canzone:


                                                  IN   MOTU
( mi si7)
Oh Ugeniu metti un motu                                   ( mi si7)
chi lassaru u cani sciotu                                       ( mi)
ci su agneddi e ci su lupa                                       ( si7)
e ci su puru i sdirrupa
a padruna c’è ca scupa.                                        ( mi)
       Quannu spunta menza anuta
       pari propriu rinisciuta
       quannu dopu iapri a bucca
       eni inveci tunna locca
       e avogghia mi si trucca                                    ( mi )   ( fa)
Non fimmari Sabbaturi                                           ( fa do7)
si li venti ‘boli i coppili
prima mi canta lu iaddu
ddà ni spettunu ch’è taddu
chi non paga, poi, Magghiaddu.                            ( kazoo) (mi)
      Teni pronti o Santaredda
      a tarigghia e a padedda
      si non limi chiù ca lama
      non ti metteri u pigiama …
      u branzuneri già riclama
Tavula vecchia, tavula nova
cà si cecca e cà si ntrova
puru si cadi u guvernu
non pinsamu sempri o ‘nvernu
chi ni spetta u Patri Eternu                                ( mi )  ( fa)
      E cattamu catta igienica
      sgudduliamu poi domenica
      chi manciamu bavalaci
      chi tifamu pì Schillaci
      gol e vinu pì Buddaci                                   ( fa ) ( kazoo)  ( mi)
Fanni i gol a sei, a setti
nenti dici Trifiletti
fozza vinci sempri Italia
batti ancora all’Australia
chi se no ni ngruppa a calia
      E niscemu ca bannera
      dopu u ‘nvernu è primavera:
      non vincemu lu scudettu
      ma facemini un ballettu
      e u bagnu, poi, ntò Strittu                           ( mi )  ( fa )
Fozza Nibali Vincenzu
quannu curri tu non pensu
si dumani si travagghia,
si mè maritari a figghia
s’è bucata la tuvagghia                                      ( fa )  ( sol)
      Maglia rosa e maglia gialla
      si fatica a stari a galla
      puru dopu u tirrimotu                                 ( 3 volte)
      si ripigghia u Faccunotu
      fozza Micu metti in motu                   
                                                                                 2/2/2008
P. S.     Potta a ciotola cà Duca
            cu Sebastianu gioca
            china Tania potta a lanna
            u ziu Cicciu ti la manna:
           nesci Duca da capanna.

(P. S.  strofa, non presente nella registrazione,
nata pochi mesi dopo in Australia per Duca,
amorevolissimo “dog “)
          


sabato 12 luglio 2014

Il teologo

                                        
               
                   IL  TEOLOGO


Canzone nata per far parte di un’opera teatrale,
idea poi accantonata,
ed è la prima scritta con Ciccio.
Con testo e chitarra in mano,
la canzone,
nasce già alla prima lettura.

1977, …yes Ciccio


Clicca sul link seguente per il video di you tube e la canzone:







IL  TEOLOGO
( re)
Viene il teologo a visitarti (re  mi-)
ti spoglia tutta per meglio guardarti (la  re)
povera legge se non vieni da Dio
saranno guai l'ho visto anch'io
Ti guarda serio con un occhiale (sol  re)
riempie il cuore ed anche i polmoni (la  re)
annota tutto su di un giornale 

(sol re)
la gerarchia non vuol rotti i coglioni (la re)
Prega, scongiura fa benedizioni
indice sinodi e congressi papali
la legge è sacra lo sanno i santoni
stà scritta in cielo e su tutti i messali
Com'è possibile che venga un'apostata
a dire forte che son tutte balle
anche la legge si poggia su questo
legge divina, eterna e perfetta
E' l'equilibrio la cosa migliore
penso che a tutti convenga così
da una parte i forti che hanno l'onore
dall'altro invece soltanto Mary
E Mary lo sa che è contro la legge (2 volte)
la legge divina che è piena d'amore
con tante chiese benpensanti e borghesi
che fanno il verso al nostro dolore
E Mary lo sa che le resta pochino
da una marchetta strappata di notte
per ogni donna venduta ai bigotti
dentro la legge s'ingrassa un becchino
E Mary lo sa che le resta pochino
da una marchetta strappata di notte
per ogni donna venduta ai bigotti
dentro la legge s'ingrassa un becchino (2 volte))  (testo di Ciccio) 
FRancesco Micale Il Teologo e' sempre attorno, ci guarda ci scruta ci esamina. Una canzone che parla del potere e delle vie che riesce a trovare per andare in guerra, sempre con qualche dio dalla sua parte!


sabato 5 luglio 2014

Fango-ne


11 dicembre  2008
   Falcone vive una giornata critica per l'alluvione.
   Ancor più critici saranno i giorni a venire
con la comunità falconese intenta a fare i conti
con fango e oggetti cari e utili danneggiati.
Giuseppe Archita scrive una briosa filastrocca
che la popolazione gradirà molto.
   Tornando al paese, nel primo anniversario,
mi diverto a rileggerla
e la rappresento a modo mio.

   Nel dicembre 2015 posto su YouTube il progetto
che preparo con le foto prese dal web e da amici di facebook che ringrazio:
Comune di Falcone, Misericordia di Falcone, Carmelo Caliri,
Giuseppe Archita, Giovanni Cambria Terranova, Elio Sartorio (gruppo),
Felice Famà, Mimma Nicolosi, Gabriella Paratore,
Joe Pirri, Antonella Germanò, Giuseppe Mazara, Roberto Cagnina,
Pasticceria Saporito, Salvatore Grasso, Giuseppe Pirri e Sebastiano Famà.
   Un grazie anche ad Annarita Sidoti, presente in 2 foto, ed esempio di 
audacia e risolutezza.
   Quello che conta è risollevarsi. 
    



foto Carmelo Caliri

                                  Clicca sul link seguente per ascoltare la canzone:                              https://soundcloud.com/francofama/fango-ne

      Clicca sul link di YouTube per video con immagini della canzone:



FANGO-NE
Era giovedì matinu   (la- re- sol7 do la-)
cala iacqua scura chi non pari vinu (la- re- mi mi7 la-)
scinni u mari du Casinu
eni fangu no, non eni vinu
Si schizzava, si ridia (la- re- la-)
e a Saia si inchia (mi la-)
a cu ci ntrasia davanti
a cu ci ntrasia darreti
mettiti stivali e guanti (re- la-)
stà schifiannu li pareti (mi la-)
Quannu era quasi l'una
cà Venezia paria ca laguna
non pinsaumu chiù e danni
ma a sabbari culu e mutanni
Arrivava a lù biddicu
iacqua, fangu e non vi dicu
roti, bambuli e rinali
riti, mobili e canali
machini in motu stutati
chi mbistiunu ntè facciati
I telefuni senza vuci (fa la-)
e già cu si faci a cruci (fa la-)
nchiusi intra o primu pianu (re- mi)
o all'albergu comu a unu stranu. (mi7 la-)
Ma meccanici e lavaggisti (fa la-)
no,non su pì nenti tristi (fa la-)
cacchi latru vaci a nozzi (re- mi)
machineddi, dolci e cozzi (mi7 la-)
Ma quali Natali e festi
s'infangaru scappi, causi e vesti
belli, pronti pu cenoni
o du Batticiumu a prucissioni
Comu a Vulcanu 'nvacanza
bagnu i fangu nfinu a panza
ntrasi i destra e di sinistra
ntrasi puru da finestra
unni passa dopu mpiccia
pari sassa cu niru da siccia
Supra a ruspa chi pumperi
militari, medici e infimmeri
passunu cu iacqua e pani
c'è puru cu longa chiù i na mani
Semu ormai patruni i nenti
e si vidi senza lenti
ci vulissi ora na manna
ch'a muntagna è già a Sant'Anna
non ci su chiù strada e ponti
a facemini stì cunti…
Dì baccuni e dì tirrazzi (fa  la-)
rrivunu scatuli e mmarazzi
cà ci peddi cu s'affrunta
paga u sinnucu ca giunta.
E già pattunu i dumanni
pi pagari tutti i danni
ma i Faccuni alleggiu, alleggiu
vannu i soddi a Roma e a Reggiu
A' sciugamu u matarazzu
picchì cà non rriva un... euru
ormai vecchia eni a storia
a sapemu già tutti a memoria
Ma chiddu chi cunta è a vita
e nu dici puru Archita
cettu dura eni a nchianata
dopu stà gran mammillata
basta mbrogghi e scaciuni
fora i soddi pì Faccuni
Cittadini! Cittadini! (fa la-)
Faccuni non è un paisi i fangu (fa la-)
Faccuni non eni alluvioni
Faccuni non staci cu fangone
Faccuni è mari, vinu, un presepiu (re- sol7 do la-)
ntò giaddinu d'aranci e di limuna (mi la-)
Faccuni è un paisi … è un paisi (fa mi la) 
Faccuni è un paisi … è un paisi (mi la-)
(testo di Giuseppe Archita e Franco Famà)